L’allarmante scomparsa delle nuvole
AGI / I risultati di una ricerca scientifica appena pubblicati su Nature Geoscience gettano un’ombra ancora più inquietante sul clima del futuro. E spiega l’insolito caldo di questi giorni di primavera anticipata
(…) Gli stratocumuli sono nubi perlopiù composte da finissime goccioline d’acqua, e d’inverno o alle alte latitudini anche da piccoli cristalli di ghiaccio; occupano il primo terzo della troposfera (la porzione di atmosfera in cui avvengono i fenomeni meteorologici, cioè i primi tre chilometri circa). I risultati hanno mostrato una forte sensibilità della quantità di nubi al crescere della temperatura media globale, sotto l’effetto delle crescenti concentrazioni di biossido di carbonio (CO2). In particolare, oltre una certa soglia la nuvolosità di stratocumuli tenderebbe a diminuire drasticamente, senza venire sostituita da altri tipi di nubi, lasciando il cielo libero.
(…) È inutile sottolineare che, in un mondo più caldo e più ricco di vapore acqueo che non riesce a condensare e formare nubi, l’effetto serra aumenterebbe ulteriormente (ecco il feedback), e inoltre la mancanza di nubi aumenterebbe ulteriormente la capacità di assorbimento della radiazione solare da parte del sistema terra-atmosfera. Col risultato di temperature ancora maggiori.