Corriere del TicinoSostenibilitàUrbanistica

«Ecco, vi spiego perché il verde renderà unica la Città»

CORRIERE DEL TICINO /  Intervista al noto architetto milanese Franco Giorgetta, il quale per il quartiere che nascerà al posto delle Officine FFS di Bellinzona ha immaginato un ampio parco – «L’orticoltura urbana sui tetti servirà per l’approvvigionamento alimentare degli abitanti e non soltanto per lo svago ed il relax».

Lo hanno soprannominato il «papà dei maxi-parchi». Non stupisce quindi che nel suo studio a Milano in via Fiori Chiari 8 (non poteva scegliere ubicazione migliore…), nel quartiere Brera, custodisca gelosamente una biblioteca specifica con ben diecimila titoli, alcuni risalenti addirittura al 1500.

Un grande parco centrale sta alla base pure della «Porta del Ticino» concepita per l’area da 120’000 metri quadri che verrà lasciata libera dallo stabilimento industriale. Un’almenda o, in tedesco, «Allmend», che si affaccia sulla «Cattedrale», l’edificio protetto nel quale da un secolo vengono montate le locomotive.

Il verde sarà l’anima biologica e vitale della composizione urbana.

Il nostro progetto è stato valutato positivamente fin dall’inizio perché abbiamo avuto il coraggio di osare. Siamo stati coerenti nel portare avanti un’idea per certi versi di rottura con quanto presente attualmente su quel comparto. Il verde infatti a Bellinzona non manca, e mi riferisco in particolare alle zone che delimitano il fiume Ticino ed al futuro Parco fluviale», puntualizza l’architetto Franco Giorgetta.

A sorprendere molti cittadini è anche la presenza massiccia di verde sui tetti delle costruzioni che abbracceranno il moderno comparto: «È una visione che sta pian piano affermandosi nel mondo perché è vantaggiosa sotto due aspetti. Da un lato consente una minore dispersione di energia e, dall’altro, favorisce l’orticoltura urbana. Non bisogna infatti pensare al verde solo come relax o svago ma anche e soprattutto quale approvvigionamento alimentare. Il lockdown dovuto alla pandemia ci ha insegnato quanto ciò possa essere utile per la produzione per autoconsumo».

Tetti a funzione agricola. Giardini verticali. Facciate verdi. Serre. Stagni. Coltivazione di fiori fra quelli che saranno i binari dismessi. Pannelli solari. Produzione di energia sostenibile e di cibo. Raccolta di acqua piovana. La Bellinzona del 2040-2050 sarà questa e tanto altro.

Per approfondire (aggiornato 9 novembre 2020)

Rispondi