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Di fronte all’epidemia non siamo tutti uguali

INTERNAZIONALE / Un virus non fa distinzione tra ricchi e poveri, né tra potenti e anonimi. Lo dimostra la lunga lista di vittime della pandemia in tutto il mondo. Ma questo non significa che siamo tutti uguali rispetto alla possibilità di proteggerci e lottare contro la diffusione della malattia.

Questo aspetto è evidente nei paesi sviluppati, ma lo è molto di più nelle aree emergenti del mondo, dove il divario sociale è enormemente più ampio. Le immagini che arrivano dall’India, dove è stato stabilito l’isolamento generale di 1,3 miliardi di persone, lo dimostrano con forza.

Mentre la classe media ha preso d’assalto i supermercati prima di chiudersi in appartamenti climatizzati, milioni di poveri versano in condizioni disastrose. Sono i lavoratori giornalieri che fanno funzionare megalopoli come Mumbai o Delhi e che oggi si trovano improvvisamente senza nulla a causa dell’isolamento. Questi milioni di sventurati devono lottare per raggiungere i villaggi d’origine e si ammassano nelle stazioni dei treni e degli autobus, nonostante le autorità abbiano ordinato di evitare qualsiasi assembramento.

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