Analizzare la deforestazione tramite l’utilizzo di droni
Il seguente articolo è stato pubblicato sul numero 43 di “GEA paesaggi territori geografie“, periodico di GEA associazione dei geografi. È un estratto dell’elaborato finale “Analizzare la deforestazione tramite l’utilizzo di droni: la foresta Mau (Kenya)” con cui mi sono laureato in Scienze umane dell’ambiente, del territorio e del paesaggio lo scorso ottobre presso l’Università degli Studi di Milano.
Marco Cortesi
RIFORESTAZIONE A DISTANZA In occasione della pubblicazione di questo articolo (e soprattutto della mia laurea) ho deciso di creare una foresta tramite Treedom, vuoi farmi un regalo o vuoi contribuire? Pianta un albero in questa foresta anche tu. Ogni albero piantato sarà unico, geolocalizzato, monitorato e potrà portare il tuo nome.
La foresta Mau, situata nella parte occidentale del Kenya, ha subito processi di deforestazione già in epoca coloniale, inizialmente per soddisfare la richiesta di legname da usare come combustibile per lo sviluppo della ferrovia dell’Uganda. Ma è soprattutto durante la fase di transizione verso la democrazia, tra gli anni Ottanta e primi anni Duemila, che si assiste a una maggiore perdita di superficie forestale, in quanto in questo momento sono state illecitamente attribuite terre tramite programmi di insediamento rurale come mezzo per ottenere consenso politico.
Missione in Kenya
In agosto 2019, con la supervisione del professor Valerio Bini e il supporto dell’associazione italiana Mani Tese e dell’organizzazione svizzera Drone Adventures, mi sono recato in Kenya per mappare una parte della foresta Ndoinet tramite l’ausilio di droni ad ali fisse, con l’intento di quantificare e localizzare la presenza di pascoli di bovini e ovini e analizzare la tipologia di foresta.
Durante la missione, con 22 voli, è stata coperta una superficie forestale di 6’000 ettari. In seguito Drone Adventures ha realizzato una ortofoto di tutta l’area mappata, utile per avere un’idea generale ma non per raggiungere gli obiettivi preposti.
Analisi delle immagini
Si è quindi deciso di suddividere le fotografie dei singoli voli, circa 300-400 immagini per cartella, tra più studenti. Nella mia ricerca ho quindi incluso un capitolo dedicato specificatamente allo scopo di fornire linee guida ad altri studenti su come gestire ed elaborare le fotografie in modo uniforme e ottimale. Nell’ultimo capitolo ho invece analizzato le fotografie di uno specifico volo, confermando ad esempio che l’area analizzata è composta perlopiù da foresta di transizione e spazio aperto contro una minima parte di foresta densa.
Il dato più rilevante emerso da questa analisi è rappresentato dalla distribuzione degli animali che si trovano tuttora nelle zone di insediamento abbandonate nei decenni scorsi. Ciò può influenzare in modo diretto la ricrescita o meno della foresta in quelle zone.
Attraverso le fotografie ho potuto riscontrare la presenza indiretta dell’uomo, grazie all’osservazione di alberi caduti, ciò che fa pensare, vista la vicinanza a strade o insediamenti abbandonati, all’abbattimento volontario antropico e non a cause naturali.
Lo stesso si può dire anche per le possibili tracce di incendio che sono raggruppate in una specifica area “corridoio” tra le due strade. In un caso si è anche potuto osservare la presenza di fuoco vivo.
Conclusioni
L’utilizzo dei droni in questo contesto si è dimostrato molto utile in quanto permette, in un tempo ristretto, di avere una panoramica su un determinato settore di foresta. Questo facilita l’ottenimento di informazioni vitali per proteggere la foresta, come l’individuazione di fuoco vivo, che può indicare un principio di incendio o produzione illegale di carbone, senza la necessità di ricorrere all’uso di elicotteri, molto più costosi e inquinanti.
L’analisi della deforestazione tramite droni si è rivelata efficace e conferma che questi nuovi strumenti possono essere utilizzati anche per foreste in altre aree, così come per analizzare altre situazioni in cui è difficile accedere in altri modi.
Articolo originale di GeograficaMente.ch